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All'ombra del Muro di berlino.

25 Novembre 2012, 10:04 Utilizzare meglio il computer

soldado1Berlino, 15 agosto 1961. La costruzione del muro tra la zona orientale (nell'allora Germania dell'Est e sotto il controllo dell'Unione Sovietica) e quella occidentale (controllata da inglesi, americani e francesi e di fatto parte della Germania Ovest) è iniziata da due giorni. Il confine è stato chiuso, i carri armati del Patto di Varsavia e i soldati della Germania dell'Est impediscono il libero passaggio tra le due parti della città. 
Peter Leibing, un giovane fotografo sta passeggiando con la macchina al collo a meno di 100 metri dalla linea di demarcazione. Cattura un momento di calma piatta oltre confine: dietro il filo spinato posto lungo la strada un soldato sembra appoggiato al muro; poco oltre un gruppo di donne si ferma a parlare. Tutto immobile, quando...

pochi secondi dopo...

 

Conrad Schumann, nato il 28 marzo 1942, è stato probabilmente il più famoso evasore della Repubblica Democratica Tedesca: di origini sassoni si arruolò nella polizia locale e venne adibito alla sorveglianza del muro di Berlino durante la sua costruzione.

Correva l’anno 1961 e davanti agli occhi increduli di civili e di soldati che stavano piantando i primi pali, il diciannovenne approfittò di un momento di distrazione dei suoi commilitoni per saltare sopra il filo spinato e sorpassare con un balzo perfetto il confine.

Sorpassando l’odiata traccia il soldato della DDR cambiò per sempre il corso della propria vita: un semplice salto, un attimo di lucida follia, mosso dal desiderio di non morire lì, di salvarsi, di andare incontro ad una nuova vita correndo davanti ai volti increduli degli ex colleghi militari.

La potenza ed il significato di un salto immortalato dall’eternità di una fotografia.

Sullo sfondo delle persone che stanno parlando tra di loro e che mai si sarebbero aspettate un tale gesto.

Conrad si bilancia perfettamente con le braccia; la destra tiene il fucile e rimane meno protesa verso l’esterno, il punto di passaggio scelto sopra il filo spinato sembra essere il più agevole.

Guardando la foto si ha la sensazione dell’apnea data dal movimento repentino. Conrad è concentrato, è teso. Guardare avanti, adesso o mai più! Un solo attimo di esitazione e la vita potrebbe finire immediatamente sotto una raffica di proiettili.

Il tentativo di Conrad ebbe un esito positivo, ma purtroppo la sua storia personale non seguì la stessa sorte.

Dopo l’atterraggio ad Ovest, Conrad trovò l’amore di una donna ma non si sentì mai a proprio agio: il tormento di aver lasciato familiari ed amici al di là del muro non lo lasciò mai in pace.

Conrad dichiarò in seguito che si sentì realmente libero solo dopo la caduta del Muro di Berlino.

Tornando ad est dopo il 1989 riscontrò come nessuno lo aveva in realtà perdonato.

Dopo anni di alcolismo uniti alla depressione si impiccò il 20 Giugno del 1998
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